L’operazione è di quelle toste, digitalizzare l’Italia e i suoi cittadini. Un percorso iniziato anni fa, sul quale il dipartimento per la Trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri ha posto di recente un successo con pochi precedenti. Non solo in Italia ma a livello europeo: l’IT Wallet, il portafoglio digitale per i documenti, partito come sperimentazione a luglio del 2024, a dicembre ha concluso una prima fase a dir poco entusiasmante. A una settimana dalla partenza ufficiale della disponibilità del Wallet per tutti i cittadini italiani maggiorenni – era il 4 dicembre -, i portafogli attivati erano 2,4 milioni, con un totale di 1.756.220 patenti, 2.042.350 tessere sanitarie e 35.191 carte europee della disabilità caricate. I dati forniti dal Dipartimento vanno a riportare quanto avvenuto in sette giorni sull’app IO sviluppata da PagoPa che insieme all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato compongono i tre vertici pubblici che hanno condotto l’operazione. In collaborazione in questa prima fase con la Motorizzazione, l’Inps e l’Anagrafe di Stato.
Insomma, il pubblico italiano ha fatto sistema e i risultati sono stati contrari a quella retorica che solitamente ci raccontiamo del nostro Paese. L’Italia, infatti, è insieme a un gruppo ristretto di Paesi - Francia, Belgio, Estonia e Svezia – che ha avuto la forza di andare oltre la sperimentazione del progetto European digital identity wallet che prevede entro il 2026 la possibilità per tutti i cittadini dell’Unione Europea di essere dotati di un proprio portafoglio digitale dove conservare documenti. E se finora il progetto ha contemplato la possibilità di caricare appunto tre documenti nell’IT Wallet, lo sviluppo futuro rende chiara l’idea di come questo Wallet potremo usarlo.
Il tema non è tanto legato a nuovi documenti – come sarà la Digital Travel Credential per viaggiare -, ma per l’uso appunto che le credenziali che questi portano a bordo del nostro telefono potranno renderci disponibile. Prima di tutto, l’utilizzo del Wallet non sarà solo in ambito pubblico ma verrà attivato per poter dialogare con le piattaforme private. Per spiegarci, per esempio, nel momento in cui vogliamo noleggiare un’auto oppure affittare una casa, dallo smartphone potremo inviare direttamente al servizio tutte le credenziali necessarie all’operazione. Ma senza fornire informazioni in più, cioè tutto quel portato aggiuntivo – non necessario, per esempio la foto – che documenti come la carta d’identità hanno. Una stretta ulteriore sulla nostra privacy, e all’interno di un sistema sicuro per definizione. Tutte i documenti e le informazioni contenute nel Wallet infatti non sono residenti online, ma conservate al sicuro nel nostro telefono, di fatto dietro a ben due sistemi di protezione. Quello nativo dello smartphone, codice o dati biometrici che siano, e poi quello dell’app IO. Da ultimo esiste anche un sistema di emergenza, una funzionalità sul sito dell'app IO dove si può disattivare o addirittura «cancellare» IT-wallet in caso di bisogno.