“Piccoli atti quotidiani che man mano portano ad abitudini più sane”. È questo in sintesi il progetto raccontato su Time da Sam Altman e Arianna Huffington, rispettivamente il fondatore e ceo di OpenAi e la fondatrice dell’Huffington Post e attuale ceo di Thrive Global, azienda dedita appunto al coaching aziendale o mirato al benessere personale. Come si può sospettare dalla presenza di Altman, questa nuova piattaforma sarà basata su intelligenza artificiale: Thrive Ai Health, questo il nome della startup finanziata dal fondo di Open Ai, viene presentata come un allenatore per la salute “iper-personalizzato”, che verrà dunque addestrato da un lato con quella che viene definita “la migliore scienza peer-reviewed”, ossia verificata, e dall’altro con i dati biometrici e medici dell’utilizzatore. Dati dunque super sensibili.
Questa combinazione di dati permetterà all’algoritmo di imparare le preferenze e le abitudini – che siano sul cibo o di movimento – e di combinarli con i comportamenti che meglio si sposano con una vita sana e di lunga durata (perché la promessa dei due imprenditori è proprio di un allungamento dell’aspettativa di vita). L’idea è quella di fare perno su quelli che vengono definiti i cinque comportamenti quotidiani fondamentali. Parliamo di sonno, cibo, movimento, gestione dello stress e connessione sociale. Ognuno di questi comportamenti concorre al benessere psichico e fisico di una persona. E secondo il programma di Thrive Ai Health, si tratta di comportamenti che con una buona guida possono “migliorare significativamente” presi singolarmente, fino ad arrivare a un miglioramento generale del proprio stile di vita.
Come sottolineano Altman e Huffington, l’idea è che una IA tagliata su misura sull’utente possa essere più efficace di avvisi più o meno generici mostrati da smartwatch o smartband. E senz’altro più credibili e dunque perseguibili rispetto ai promemoria generici che arrivano dagli enti pubblici. Le raccomandazioni arriveranno tramite app su smartphone o attraverso dispositivi prodotti dalla stessa Thrive, scandiranno il tempo della giornata, arrivando puntuali sui pasti, nei momenti di moto o quando dovremmo prendere sonno. Ma perché tutto questo si possa realizzare, come detto servono montagne di dati e di dati molto personali. L’articolo a quattro mani su Time si conclude infatti con una richiesta di collaborazione da parte di chi deve decidere e legiferare: serve, secondo Sam Altman e Arianna Huffington, allestire un nuovo ambiente normativo in tal senso. Un insieme di leggi che siano in grado di promuovere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ma al contempo anche proteggere la privacy e, naturalmente, garantire la sicurezza. Come dimostrato dall’Ai Act europeo, non sarà un compito facile.