
L'intelligenza artificiale sta trasformando il nostro mondo, ma il “come” dipende da quanto saremo capaci di svilupparla in modo etico ed inclusivo. Dove trovare le competenze che servono per vincere questa sfida? A sorpresa, nella diversità e nella fragilità. Nel pensiero neurodivergente, necessario alla costruzione di algoritmi che non discriminino. Nell’esperienza delle persone con disabilità che vivono con ausili e macchie riabilitative, utile per imparare a convivere con i robot. Nell’intuizione, creatività e capacità di vedere i problemi in modo differenti dei dislessici, fondamentale per interrogare e formare l’AI. Il talk è un viaggio tra storie, dati, persone e best practice per esplorare come tecnologia e fragilità siano oggi una equazione utile per fare innovazione invece che una contraddizione in termini.
Carlotta Jesi, giornalista specializzata in temi di diversità ed inclusione e fondatrice dell’impresa al femminile Radiomamma, lavora sulla cognitive diversity con progetti educational nelle scuole e worksop e consulenza nelle aziende. Il suo impegno nel campo, e la sua indagine sulla relazione tra neurodiversità e tecnolgia, nasce dall’osservazione e dalla convivenza quotidiana con i due figli dislessici e con una tribù di parenti dislessici.
Sul tema etica e IA sta terminando un corso di studio alla London School of Economics. Sul tema della neurodiversità ha pubblicato il libro
“I miei bambini hanno i superpoteri”, edito da Sperling&Kupfer.
Federica Ianna, dirigente scolastico della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Leopardi di Milano, nonché membro del Consiglio di Amministrazione.
Laureata in Bocconi a Milano ama porre al centro delle sue migliori energie la formazione e l’umano. Sono state proprio le relazioni umane a motivarla a rientrare nell’azienda di famiglia, dopo un ambizioso percorso di carriera altrove.
Ha scelto di affrontare il passaggio generazionale con umiltà e determinazione. Per onorare l’impegno familiare e restituire la sua migliore attenzione all'educazione dei ragazzi.
La sua visione è quella di costruire una “squadra educante” capace di supportare i ragazzi non solo nella formazione scolastica, ma anche nel loro sviluppo personale.
L’Istituto Europeo Leopardi è la scuola che prima e più di ogni altra a Milano ha saputo vedere nella neurodiversità un valore, riconoscendo e sostenendo i talenti dei suoi studenti. Convinta che l’innovazione non vada ostacolata ma, piuttosto, cavalcata e vissuta con responsabilità, ha introdotto l’utilizzo dell’IA nella didattica e promuove il dibattito e la ricerca su un suo utilizzo etico.
Da sempre impegnata ad anticipare il futuro.
Valorizza le potenzialità dell'Intelligenza Artificiale (IA) nella sperimentazione didattica a partire già dalla 4^ della scuola primaria stimolando la curiosità dei bambini, supportando la loro creatività, facilitando lo sviluppo del pensiero critico e soprattutto educando al futuro tecnologico.