Nel IV Secolo a. C. Archita da Taranto, filosofo e matematico della scuola Pitagorica, costruisce una colomba volante di legno che, messa su un albero, era in grado di volare di ramo in ramo. “L’invenzione di Archita è spesso citata come il primo robot della storia”.
Se oggi è possibile intervenire su un cuore umano e dare nuova vita ad un paziente, regalandogli sia la possibilità di non avvertire dolore che quella di non portare su di sé i segni estetici evidenti dell’operazione permettendogli, quindi, un recupero psicofisico funzionale molto più rapido, lo si deve anche a quella colomba a vapore.
Il Robot in Cardiochirurgia rappresenta l’evoluzione più moderna del concetto di mininvasività. Questo strumento potenzia i sensi umani e grazie ad esso, il cardiochirurgo ha la percezione di entrare fisicamente all’interno delle camere cardiache ed operare con estrema precisione e al massimo delle sue capacità sensoriali. Al contempo, però, se da una parte il robot si presenta come un efficiente device da poter sfruttare, dall’altra non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di un operatore meccanico. Sì, è vero, stiamo viaggiando ad una velocità estremamente elevata ma questa accelerazione richiede la padronanza assoluta della tecnologia per evitare di perdere ciò che rende un medico tale, quell’elemento insostituibile che gli permette di guarire i suoi pazienti: l’empatia.
Il dottor Alfonso Agnino è responsabile della Unità di Cardiochirurgia Robotica e Mininvasiva di Humanitas Gavazzeni-Castelli di Bergamo, nonché docente in Fisiopatologia della Circolazione Extracorporea in Cardiochirurgia presso l’Università Città della Salute di Torino. La sua formazione è maturata in Francia presso il Centro Universitario-Ospedaliero di Rennes, dove ha svolto il ruolo di Assistant-Chef de Clinique. Al rientro in Italia ha ricoperto il ruolo di aiuto presso la Clinica Sant’ Anna di Catanzaro per poi diventare, dapprima responsabile della Cardiochirurgia della Santa Maria di Bari e poi Direttore del Dipartimento Cardiovascolare sempre al Sant’ Anna di Catanzaro. Ha all’ attivo oltre 5000 interventi cardiochirurgici da primo operatore di cui 1000 mediante tecniche mininvasive e robotiche. E’ membro della task force di cardiochirurgia robotica dell’ EACTS (European Association for Cardiothoracic Surgery ). Inoltre, ha oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche e convegni nazionali ed internazionali.