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Salute e benessere
Sviluppo tecnologico e innovazione

Automobili a prova di ebbrezza

03 Luglio 2023
Federico Cella, Michela Rovelli

Nel doppio ruolo di ministro dei Trasporti e di quello di istituzione ufficiale, Matteo Salvini ha aperto Vinitaly del 2023 invitando a bere vino italiano ma di farlo con moderazione. Perché è in arrivo un nuovo Codice della Strada dove la stretta per chi si mette alla guida sotto gli effetti dell’alcol o di droghe sarà durissima. Pene più severe, e l’introduzione (obbligatoria?) di un dispositivo chiamato Alcol InterLock a bordo del veicolo. Chiamato anche Ignition Interlock Device (IID) oppure Breath Alcohol Ignition Interlock Device (BAIID), è uno strumento digitale che registra il tasso alcolemico del guidatore che deve soffiare dentro a un augello di gomma – così come avviene con l’etilometro - prima di poter avviare il veicolo. In caso di superamento di un certo limite, l’InterLock impedisce l'accensione o comunque la guida del veicolo.

Il punto di partenza normativo risiede nella direttiva Ue 653 del 24 aprile 2015, che invita gli stati membri a ridurre l'incidenza degli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza. Al punto 5 della legge europea si fa riferimento specifico alla possibile introduzione dell'alcol interlock. Se la norma italiana, in discussione in Parlamento, dovesse entrare in vigore, ci sono due opzioni. Da un lato prevedere l’obbligo di predisposizione generalizzata su tutti gli automezzi in circolazione, dall’altro una più gestibile indicazione di utilizzo solo per chi è stato già trovato alla guida in stato di ebrezza. Terminato il periodo di sospensione della patente, che varia a seconda della gravità della infrazione, l'autista potrebbe essere obbligato per un periodo di tempo di 2-3 anni a guidare utilizzando l'alcol interlock. Una decisione verso cui pare tendere la legge italiana, dettata anche dagli alti costi di installazione: 1500 euro, e la necessità di una taratura periodica secondo gli standard definiti dal Codice.

I dispositivi sono già utilizzati in diversi Paesi europei, da Francia e Austria fino a Polonia e Svezia, con regole e limiti di tasso alcolemico differenti. La decisione sul dispositivo potrebbe rientrare in quel filone di sicurezza alla guida legato agli aiuti tecnologici a disposizione del guidatore. I sensori dell’auto non solo possono aiutare l’uomo alla guida in caso di frenate improvvise o cambiamenti di corsia, ma anche “osservandolo” tramite micro-camere interne che – in alcuni modelli – monitorano anche la nostra attenzione alla guida. In caso di distrazioni da smartphone, per esempio, oppure colpi di sonno improvvisi.