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Salute e benessere

Cos’è il metodo CRISPR, la rivoluzione genetica che permette di “riscrivere il codice della vita”

22 Aprile 2022
Federico Cella, Michela Rovelli
Foto: Christopher Michel

Modificare i geni, come fossero piccoli pezzetti di un puzzle da prendere e sostituire. Quella che potrebbe diventare la più grande rivoluzione genetica si chiama CRISPR, acronimo che sta per “Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats”, che in italiano si traduce pressappoco con “Brevi ripetizioni palindromiche regolarmente intervallate”. Incomprensibile? Abbastanza. Questo metodo è stato svelato nel 2012 e poi sviluppato negli anni seguenti, fino a rappresentare il premio Nobel per la chimica del 2020, vinto dalle scienziate Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna. 

Tutto nasce da una famiglia di batteri, e in particolare da segmenti ripetuti all’interno del loro Dna sfruttate per riconoscere (e dunque distruggere) minacce esterne, come i virus. Detto in altre parole – e altamente semplificato - questi batteri sono in grado di modificare il proprio Dna per ricordarsi (e ricordare alla propria progenie) quei genomi che minacciano la loro sopravvivenza. Da qui l’idea del sistema CRISPR, uno strumento di modificazione genetica facile e soprattutto economico. Le potenzialità sono infinite – soprattutto per la cura di malattia genetica – ma altrettante sono le problematiche etiche: c’è chi ha sfruttato il CRISPR per rendere fluo il pelo del proprio cane o chi ha ipotizzato di usarlo per decidere il genoma dei figli in modo artificiale.

C’è un libro, del famoso biografo Walter Isaacson, che le racconta bene. Subito dopo aver narrato l’interessante storia di Jennifer Doudna. Si intitola Decifrare la Vita, edito Mondadori. Se volete capire il metodo CRISPR direttamente dalle sue parole, potete anche guardare questo Ted Talk.