Negli ultimi tempi si è parlato molto (forse troppo) di intelligenza artificiale e del ruolo che questa ampia classe di applicazioni digitali hanno oggi, e potranno avere nel prossimo futuro, tanto nella nostra vita privata, quanto nella sfera della socialità e del lavoro. Si è però parlato ancora poco del rapporto che potremo, e soprattutto dovremmo, avere con questo tipo di macchine, affinché esse possano migliorare le modalità con cui apprendiamo, comunichiamo e collaboriamo e i risultati di queste attività. Spesso si parla di contrapposizione tra noi e le macchine: di come queste siano già in grado di sostituirci in certi compiti ripetitivi e di come in altri compiti complessi esse abbiano prestazioni addirittura migliori delle nostre, anche in ambiti delicati come la valutazione, il giudizio e l'interpretazione di situazioni complesse (ad esempio, nella diagnosi medica). Possiamo quindi chiederci qual è la "giusta distanza" da tenere tra noi e le macchine, e quali siano le modalità migliori di progettazione di questi sistemi affinché essi siano fattori di sviluppo umano e strumenti di espressione e promozione di vari tipi di intelligenza, oltre alla sola razionalità.
Federico Cabitza, Ingegnere Informatico interazionista, è Professore Associato di Interazione Uomo-Macchina e Human & Artificial Intelligence Interaction presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca, dove insegna anche Sistemi Informativi e Interaction Design ed è responsabile del Laboratorio di Modellazione delle Incertezze, Decisioni e Interazioni. In staff al centro di Medical Artificial Intelligence dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, collabora con numerosi ospedali e IRCCS (tra cui il San Raffaele, Multimedica, Gaetano Pini). Si occupa di progettazione di supporto decisionali e della valutazione dell'impatto di questi sistemi in contesti organizzativi e clinici. E' autore di più di 140 lavori scientifici tra rivista, atti di convegno internazionale e collane. Ha scritto con Luciano Floridi il libro "Intelligenza Artificiale" per i tipi di Bompiani, Milano (2021).