Se davvero vogliamo addentrarci nella nuova era dell’umanità, trasformandoci in colonizzatori spaziali, allora dobbiamo pensare a come produrre e accumulare l’energia che ci servirà per costruire insediamenti e sopravvivere in luoghi – possiamo prevedere che lo siano – inospitali. La prima meta è la più vicina: la Luna. Con il programma Artemis, la Nasa non solo vuole riportare l’uomo sul nostro satellite ma anche mettere le base perché gli astronauti, oltre a camminare su suolo lunare, possano anche passarci del tempo. In un primo esperimento di “pernottamento” prolungato extraterrestre. Per questo, in parallelo allo sviluppo del potente razzo e della capsula di Space X necessarie per il viaggio, la Nasa ha creato un programma per ideare un impianto nucleare che possa funzionare sulla Luna.
Questo progetto si chiama Fission Surface Power Project e al momento si sta focalizzando sul raccogliere diverse proposte tecniche su come realizzare questo reattore, il cui obiettivo è generare abbastanza elettricità da poter alimentare una piccola colonia umana. Una fonte alternativa a quella solare assolutamente necessaria per poter sopravvivere alle notti lunari, che durano il corrispettivo di 14 giorni e mezzo terrestri durante i quali è impossibile sfruttare pannelli fotovoltaici. Al momento sono tre le aziende che stanno collaborando con la Nasa, per un investimento di 5 milioni di dollari: la Lockheed Martin, la Westinghouse e la joint venture IX, che comprende la Boeing.
La richiesta dell’agenzia spaziale statunitense è di avere un rettore di dimensioni contenute, che pesi meno di sei tonnellate, ma che sia in grado di produrre 40 KW di energia elettrica. Ancora più importante è la durabilità di questo reattore: deve poter funzionare per almeno dieci anni senza bisogno di manutenzione. Per il resto, spazio alla creatività e al genio degli ingegneri. Con una data di scadenza che permetterà a tutti di dare il meglio, senza però tempo di rilassarsi troppo: l’idea è quella di caricare su un razzo il reattore lunare all’inizio degli anni 2030.