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Sviluppo tecnologico e innovazione

Le 10 scoperte scientifiche più importanti del 2023

29 Gennaio 2024
Federico Cella, Michela Rovelli

Il 2023 è stato sicuramente un anno importante per il mondo della tecnologia: il boom dell’intelligenza artificiale generativa ha dato uno scossone a un settore che da tempo faticava a stupire – e allo stesso tempo preoccupare - utenti così come aziende e governi. Ma anche la scienza ha vissuto un anno proficuo, con ricerche e scoperte che ci avvicinano sempre più alla longevità del benessere, alla comprensione della nostra storia e dei misteri dell’universo, così come a un fabbisogno energetico più sostenibile. Tra le tante pubblicazioni del 2023, la rivista Science ne ha selezionate dieci che ha considerato davvero rivoluzionarie. La prima, quella considerata più importante, riguarda la lotta all’obesità.

È stato dimostrato come alcuni farmaci, in particolare quelli a base della molecola semaglutide che limita l’ormone Glp-1, possano indurre una significativa perdita di peso, con effetti collaterali che vengono giudicati gestibili. Non solo: questi farmaci possono anche ridurre i sintomi dell’insufficienza cardiaca e il rischio di infarti e ictus. Ed è proprio quest’ultimo effetto, raccontato in uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine, che ha particolarmente colpito la rivista Science. Nell’ambito medicale, poi, si sono distinte le ricerca per un nuovo vaccino contro la malaria, l’R21/Matrix-M, sviluppato dall’università di Oxford, e i nuovi trattamenti contro l’Alzheimer attraverso anticorpi monoclonali.

Una ricerca sul polline è invece stata giudicata importante perché ha permesso di confermare quando sono state impresse delle impronte umane rinvenute nel White Sands National Park, in New Mexico. Risalgono a 21mila anni fa e dunque, confermano che l’uomo si trovava già nel Nuovo Continente. Molto prima di quanto si pensasse in precedenza. Dall’archeologia allo spazio, Science ha anche premiato la ricerca che ha confermato le scoperte sulle onde gravitazionali, identificando un potente “rumore di fondo” che ha permesso di capire che questo fenomeno nasce da coppie di buchi neri ultramassicci che orbitano vicini tra loro. La ricerca è del North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves.

L’ambiente è un altro grande protagonista di questa classifica, nel bene e nel male. Il bene è rappresentato dalle ricerche per rendere l’idrogeno una risorsa energetica pulita. Sono stati scoperti diversi depositi di idrogeno naturale sottoterra e si sta cercando di capire come estrarlo in modo sostenibile e utilizzarlo. Il male è invece rappresentato dagli studi che hanno evidenziato un rallentamento nelle correnti oceaniche, un effetto che potrebbe essere legato ai cambiamenti climatici e che non è una buona notizia. Le correnti regolano infatti il clima e il bilancio di nutrimenti delle acque. Il clima è però anche citato nelle pubblicazioni che raccontano come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando – e rendendo molto più accurata – la meteorologia. In particolare, si parla di Google e del suo GraphCast. C’è anche spazio per la tecnologia nella classifica di Science ed è un posto occupato da Frontier, macchina costruita dall’Oak Ridge National Laboratory: si tratta di un computer exascale in grado di compiere calcoli a velocità finora impensabili e che potrebbe rivelarsi molto utile per, appunto, le ricerche scientifiche.

Infine, la decima posizione è dedicata ai giovani ricercatori che quest’anno hanno protestato per chiedere più finanziamenti per la scienza e un trattamento economico dignitoso per coloro che dedicano la loro vita alla ricerca. Perché anche gli investimenti sono una parte fondamentale per l’evoluzione della conoscenza dell’uomo di sé stesso e del mondo che lo circonda.