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Prosperità e crescita economica
Sviluppo tecnologico e innovazione

L’Italia è (ancora) un Paese di inventori

05 Giugno 2023
Federico Cella, Michela Rovelli
https://commons.wikimedia.org/

Santi, poeti e navigatori? Nel fin troppo tradizionale trittico di “figure professionali” che definirebbero l’Italia ne manca senz’altro una (ma il conto è per difetto per molte altre categorie). Tradizionale anch’essa, e forse con un certo stupore tuttora più che valida: siamo un Paese di inventori. Da Volta a Da Vinci, da Meucci a Marconi, la storia è piena di innovazioni italiane. Ma i dati dell’European Patent Office – l’Epo, che quest’anno festeggia i 50 dalla sua fondazione – raccontano di un Paese che non smette mai di pensare al futuro. Nel 2022 le aziende - e i singoli inventori privati - hanno depositato quasi 5 mila domande, esattamente 4.864: si tratta del secondo numero più alto di sempre per il nostro Paese, dopo l’anno record del 2021 quando furono 4.920. L’Italia si conferma così all’undicesimo posto tra i primi 50 Paesi al mondo, e siamo quinti tra i 27 Paesi europei.

Nella forte predisposizione all’inventare, un ruolo fondamentale viene giocato dalle piccole e medie imprese. Il motore della nostra economia e in generale di quella europea, dove le Pmi rappresentano il 99% delle aziende e producono il 57% del Pil dell’Unione. Come spiega al Corriere della Sera Roberta Romano-Götsch, che di Epo è la chief sustainability officer, è proprio la natura delle imprese italiane a proiettarci in alto nella classifica dei brevetti. “Si tratta di realtà innovative che fanno un grande uso di diritti di proprietà intellettuale come marchi, brevetti, disegni industriali. Nell’Unione europea del 2016 le piccole e medie imprese erano 179.060. E due terzi di queste sono concentrate in sei stati membri: Germania, Regno Unito, Spagna, Francia, Italia e Polonia».

Molto interessanti da codificare sono quindi i settori dove l’Italia è più applicata nell’innovazione. Analizzando le 193.460 domande presentate a livello globale nel corso del 2022 (+2,5% rispetto all’anno precedente), dall’Epo Patent Index 2022 risulta evidente come le nostre aziende siano concentrate sulla movimentazione delle merci – il cosiddetto handling, che conta per 384 domande presentate – e i trasporti, con 362 domande. Se l’impresa è piccola, le esigenze possono essere molto peculiari. Da qui l’alta incidenza di macchinari speciali (355 domande di brevetto), ossia personalizzati in base alle esigenze della singola azienda. Proseguendo nella classifica, si arriva alla tecnologia in ambito medico e ai medicinali stessi - dove le domande depositate dall’Italia sono salite del 12,3% rispetto al 2021 -, quindi all’ingegneria civile, al design per mobili, ai giochi, alle macchine utensili.

Ce n’è quasi per tutti i gusti, mentre risalta la decisamente minore ricchezza se andiamo a vedere il genere degli inventori. Le donne in questa classifica ricoprono solo il 13,2% del totale delle domande di brevetto presentate in Europa. Una situazione in enorme crescita rispetto a quando si era partiti, con un solo 2% delle domande che era alla fine degli anni Settanta. Ma il divario è ancora enorme, pur leggermente meno marcato proprio in Italia, dove la media sale al 14,3%. Interessante infine, anche se forse un po’ scontata, è la distribuzione geografica di queste domande: la prima regione italiana in tal senso è la Lombardia – al 12° posto delle regione europee - con 1.547 domande sulle complessive 4.864 italiane. Poi a seguire l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto rappresentano da sole oltre il 60% di tutte le domande italiane di brevetto presentate all’Epo nel corso del 2022.