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Sviluppo tecnologico e innovazione

Perché Bluesky piace agli scienziati

06 Febbraio 2025
Federico Cella e Michela Rovelli
Fonte immagine: Bluesky

Da quando Donald Trump ha vinto le elezioni, e da quando Elon Musk si è schierato apertamente con il prossimo presidente degli Stati Uniti, è iniziato l’esodo dalla piattaforma che ha acquistato, che ha rinominato e che gestisce dal 2022: l’ex Twitter, oggi X. La sua politica liberale e controversa, che permette a chiunque di dire e pubblicare qualsiasi cosa, unita all’ideologia politica che ha sposato, non è piaciuta a molti degli utenti che – famosi e non – hanno deciso di abbandonare il social di microblogging. Nel giro di un paio di mesi, 2,7 utenti nei soli Stati Uniti se ne sono andati. Secondo i dati della società di marketing digitale Similarweb, il numero di account attivi nel Paese è crollato dell’8,4 per cento da inizio ottobre: prima erano 32,3 milioni, ora 29,6. Contemporaneamente, un rivale ha giovato della fuga: su Bluesky sono approdati 2,5 milioni di nuovi iscritti nello stesso periodo.

Anche questa è una piattaforma di microblogging, fondata dallo stesso creatore di Twitter: Jack Dorsey. Da ottobre è cresciuta dell’oltre mille per cento trasformandosi nella nuova piazza di discussione alternativa a X. Dove va chi vuole commentare, parlare, dibattere e leggere idee, ma in una cornice in cui ci sono ancora regole, decoro, rispetto. E tra chi ha riposto le sue speranze su Bluesky c’è anche un’importantissima categoria, quella degli scienziati e dei ricercatori.

Per chi fa scienza, un forum di discussione e collaborazione libera è uno strumento fondamentale. Twitter per tanto tempo è stata una delle piattaforme preferite per questi professionisti: qui condividevano i risultati delle loro ricerche e leggevano i pareri dei colleghi. Secondo una stima riportata da Nature, nel 2022 almeno mezzo milione di ricercatori aveva un profilo Twitter. Poi è arrivato Elon Musk: la moderazione dei contenuti è sparita, l’algoritmo è stato radicalmente trasformato. Tra le varie alternative disponibili – come Mastodon o Threads – sembra che gli scienziati stiamo preferendo ampliamente Bluesky. E questo perché, oltre a replicare la struttura del vecchio Twitter, la piattaforma offre degli strumenti utili per migliorare il loro lavoro di confronto.

Nata nel 2019 come progetto interno alla stessa Twitter, è diventato indipendente nel 2021. Jack Dorsey ha guidato la neonata azienda per i primi anni, per poi abbandonarlo. Oggi Bluesky è gestita dalla società indipendente Bluesky Social. È una piattaforma decentralizzata, che si basa sul protocollo open source AT che permette l’interoperabilità tra diversi social. E dunque gli utenti possono condividere post con altre reti che sfruttano lo stesso protocollo (ad esempio Mastodon), dando loro maggiore controllo e maggiore libertà. Ciò che piace particolarmente a ricercatori e scienziati sono però altre funzionalità che permettono all’utente di gestire ciò che vedono e ciò che non vedono. Dorsey in questo progetto puntava molto su privacy e moderazione. E infatti su Bluesky è possibile creare feed personalizzati in base ai propri interessi e inserire dei blocchi – c’è anche il blocco “nucleare” – su certi utenti o certi argomenti. Anche l’apertura della rete su cui si basa questo social è un punto a favore, perché consente agli uomini di scienza di accedere ai dati e condividerli in modo facile e utile per le loro ricerche. Una nuova piazza, libera ma controllata, dove discutere e ragionare e che viene definita da questa categoria di professionisti un “luogo di gioia”.