Li chiamiamo comunemente Guru, termine che in sanscrito – l’antica lingua indiana – significa “maestro spirituale”. Ma quelli che da decenni ravvivano la Silicon Valley con le loro idee dirompenti e le loro società multimilionarie non sono soltanto guide che trascinano i cittadini di tutto il mondo verso il futuro e l’innovazione. Sono ribelli, menti che ragionano fuori dagli schemi, incomprensibili psicologie che vedono ciò che c’è oggi per costruire – in anticipo – quello che ci sarà indispensabile domani. Dagli anni ’50 ad oggi, nella parte meridionale della San Francisco Bay Area, quella “Valle del Silicio” è la culla della tecnologia dove hanno visto i natali colossi come Apple, Microsoft e più recentemente Tesla. Abbiamo scelto queste tre aziende non a caso, perché simboleggiano – in modi diversi – l’essenza ribelle dei propri guru: Steve Jobs, Bill Gates ed Elon Musk.
Nel 1999 il regista Martyn Burke ripercorre le storie (intrecciatissime) di Bill Gates e Steve Jobs nel film I pirati della Silicon Valley, ispirato dal libro Fire in the Valley: The Making of the Personal Computer. Pirati perché rubano idee e copiano prototipi, ma anche perché fanno parte di quella generazione che negli anni ’70 si batte contro la guerra in Vietnam a suon di droghe e filosofie orientali. Giovani rivoluzionari, che poi rivoluzioneranno il mondo, prima con il Macintosh (Steve Jobs) e poi con Windows (Bill Gates). Bella storia, quella dei due guru per eccellenza, eterni nemici ma anche indissolubili amici. Al domani della morte di Steve Jobs, nel 2011, Bill Gates lo ha ricordato così: “Io e Steve ci siamo incontrati per la prima volta circa trent’anni fa, siamo stati colleghi, rivali, e amici per più di metà delle nostre vite. Il mondo raramente ha visto qualcuno capace di avere un impatto profondo tanto quello di Steve, le cui conseguenze saranno tangibili ancora per molte generazioni future. Chi di noi è stato così fortunato da lavorare con lui sa che si è trattato di un enorme onore”.
Se vuoi saperne di più sulla vita di Steve Jobs, puoi leggere la sua biografia ufficiale, edita Mondadori. Oppure rivedere il suo celebre discorso ai neolaureati dell’università di Stanford nel 2005 quando pronunciò la leggendaria frase “Be hungry, be foolish”, siate affamati, siate folli. Lo trovate sul canale ufficiale di Stanford su Youtube qui. Sempre a Stanford ha pronunciato il suo discorso anche Bill Gates, nel 2007: eccolo.
Chi ha preso e fatto suo lo scettro di guru della tecnologia in tempi più moderni è Elon Musk, in copertina nel libro della docente alla New York University Melissa Schilling, Ribelli. Nella testa di uomini e donne che inventano il futuro. E in effetti la sua storia è da romanzo: a soli 12 anni crea e vende un videogioco, lancia il servizio di pagamenti digitali PayPal e poi fonda nel 2003 Tesla, assoluto precursore dell’utilizzo dell’energia pulita – quella elettrica – per i mezzi di trasporto. Non solo: Musk punta allo spazio con Space X, inventa le più strane innovazioni tramite le sue società The Boring Company e Neuralink – dal futuristico hyperloop ai chip collegati al cervello - e si fa beffa di tutto e di tutti su Twitter. Inarrestabile, irriverente: chi meglio di lui si adatta a quelle due etichette, guru e ribelli, in Silicon Valley?
Per conoscerlo meglio, potete guardare i suoi Ted Talk. L’ultimo è del 14 aprile dove parla delle sue innovazioni ma anche della recente notizia di voler acquistare Twitter e di come il suo straordinario cervello funziona. Lo trovate qui.